Il turista o il curioso che cerchi informazioni sulla Discesa dei Candelieri, Faradda di li Candareri in sassarese, deve sapere che si tratta di una festa antica le cui origini risalgono ad almeno cinque secoli fa in nome della devozione della città per la Madonna dell’Assunta. Secondo i primi documenti la festa sarebbe infatti nata come voto alla Vergine per aver posto fine a un’epidemia di peste che colpì Sassari. Ma nonostante i documenti, la tradizione ne fissa le origini ancora più indietro come rito mutuato da un altro simile praticato a Pisa nel XIII secolo.
Nel Trecento Sassari passò sotto il controllo spagnolo e gli aragonesi tentarono senza successo di sopprimere la Faradda, a causa delle forti spese. Furono gli stessi sassaresi a decidere di sostituire i ceri con macchine in legno, per risparmiare sulla materia prima. Da quel momento, i gremi – le corporazioni di arti e mestieri – portarono in corteo alte colonne sormontate da bandiere: i Candelieri, a partire dal XVI Secolo, ogni 14 agosto, sarebbero stati portati in processione da piazza Castello alla chiesa di Santa Maria di Betlem.
Come capita spesso alle tradizioni secolari, anche la Faradda nel corso del tempo ha vissuto alterne fortune. Nell’Ottocento, per esempio, la festa rischiò di perdersi a causa di epidemie che causarono migliaia di vittime. Tuttavia la devozione restò viva al punto che nella prima metà del XX secolo anche il Comune promosse attivamente il coinvolgimento dei gremi nelle celebrazioni della Festa.
Recentemente, il numero dei candelieri ammessi alla Discesa è salito a undici. Oggi la “Faradda di li Candareri di Sassari” fa parte della Rete delle grandi macchine a spalla italiane che dal 2013 è riconosciuta Patrimonio culturale immateriale dell’umanità dall’UNESCO. Circa 100.000 persone ogni anno seguono la Festa, riempiendo la città di persone provenienti da ogni parte del mondo.