Ogni anno da circa cinque secoli, il 14 agosto, ceri lignei di grandi dimensioni sono trasportati a spalla lungo le vie di Sassari, fino alla chiesa di Santa Maria di Betlem. È La Faradda di li Candareri, la festa con cui la città onora il voto formulato alla Vergine, che secondo la devozione popolare avrebbe posto fine a una terribile pestilenza nel XVI Secolo. E come ogni festa che si rispetti, anche la Faradda ha una propria liturgia che nel corso della sua lunga storia ha assunto forme ben precise.
Si inizia di primo mattino, quando ciascun gremio decora con fiori, ghirlande di carta e bandiere il candeliere in legno che porterà a spalla lungo il percorso della processione. È la cosiddetta fase della vestizione che avviene nella sede del gremio, oppure presso l’abitazione del gremiante responsabile del cero, detto obriere di Candeliere. Verso le 16, i gremi con i loro rappresentanti e i portatori si recano nel punto di raduno in piazza Castello, da cui si snoda il percorso. Dopo una messa di ringraziamento nella chiesa del Rosario, intorno alle 18 ha inizio la discesa lungo corso Vittorio Emanuele.
La banda musicale apre la processione, seguita dai candelieri portati a spalla dai dodici gremi che sfilano dal più recente al più antico: macellai, fabbri, piccapietre, viandanti, contadini, falegnami, ortolani, calzolai, sarti, muratori e massai. Durante il percorso, i portatori fanno eseguono una sorta di danza che è anche considerata di buon auspicio. Secondo la tradizione, più il candeliere sarà baddarinu, più l’annata sarà buona. Al ritmo del tamburino, la pesante struttura in legno oscilla tra la folla, gira su se stessa, cambia improvvisamente direzione. I gremi che si trovano vicini possono far danzare insieme i rispettivi ceri votivi, inclinandoli e facendoli toccare con il cosiddetto “bacio”. È un’esibizione che richiede un notevole sforzo fisico.
A metà del percorso, davanti al Teatro Civico dove un tempo aveva sede il Palazzo di Città, il gremio dei massai viene ricevuto dal sindaco per l’investitura del nuovo obriere maggiore e per il tradizionale brindisi “A zent’anni”. Poi la bandiera del gremio è scambiata con il gonfalone del Comune: è il rito dell’Intregu, cui segue un brindisi e l’invito al sindaco a unirsi al corteo. La sfilata prosegue lungo corso Vittorio Emanuele II, piazza Sant’Antonio, corso Vico, sino alla Chiesa di Santa Maria di Betlem sul cui sagrato si conclude la discesa. I candelieri varcano la soglia della chiesa intorno a mezzanotte, secondo l’ordine stabilito da un documento del 1531: prima le autorità cittadine che saranno ricevute dal padre guardiano, quindi i gremi, in ordine inverso rispetto alla sfilata. Una benedizione finale scioglie l’antico voto formulato dai sassaresi, fino all’anno successivo.